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"LISBONA AUTENTICA: 5 GIORNI TRA QUARTIERI STORICI E SAPORI ATLANTICI SENZA FRETTA"



✈️ Quando l'anima portoghese ti conquista un quartiere alla volta

Il primo sguardo su Lisbona arriva dall'alto, mentre l'aereo disegna una curva perfetta sull'estuario del Tago. La città è un mosaico di tetti rossi che si arrampicano sulle sue sette colline, come Roma ma con un'anima diversa. È l'Atlantico che cambia tutto: il vento salato, la luce, il richiamo del mare che ha portato generazioni di navigatori verso l'ignoto.

 


Giorno 1 – Arrivo a Lisbona e primo incontro con la città

L'aeroporto Humberto Delgado di Lisbona si trova a pochi chilometri dal centro: uno dei più comodi d'Europa. Bastano pochi minuti di metro (linea rossa) o un taxi per trovarsi immersi nel cuore della capitale.

Lisbona ti accoglie subito con i suoi contrasti: il ritmo vivace dei viali moderni e, poco più in là, le colline dalle stradine tortuose. A fare da colonna sonora c'è il rumore metallico dei tram, che sembrano arrampicarsi sulle salite impossibili. Non sono solo un mezzo di trasporto, ma l'essenza stessa della città. I famosi Remodelados, come il tram 28, risalgono agli anni '30 e sono diventati simbolo di resistenza urbana in un'epoca di modernizzazione selvaggia.

Per iniziare il viaggio con il piede giusto, la scelta migliore è la Lisboa Card, il pass che include trasporti illimitati e ingressi a musei e monumenti. Con la card in tasca, si può esplorare senza pensieri.

Scendiamo alla stazione Oriente, capolavoro architettonico di Santiago Calatrava. Qui, dove l'Expo del 1998 trasformò una zona industriale in simbolo di rinascita, si respira ancora oggi un'energia vibrante e moderna. L'evento segnò la rinascita contemporanea del Portogallo, celebrando i 500 anni dal viaggio di Vasco da Gama verso le Indie.

 

Giorno 2 – Tram 28: l'itinerario più suggestivo di Lisbona


Il vero incontro con l'anima lisboeta avviene a bordo della mitica Linea 28. Costruito negli anni '30, questo tram giallo collega Martim Moniz a Campo Ourique come una macchina del tempo, arrampicandosi tra vicoli stretti e balconi fioriti.

Il percorso attraversa alcuni dei quartieri più iconici:
  • Graça, con i suoi miradouros panoramici.
  • Alfama, sopravvissuta al terremoto del 1755, cuore medievale e patria del fado.
  • Chiado, elegante e letterario, dove Pessoa beveva il suo caffè al Brasileira. Oggi una statua in bronzo del grande poeta siede ancora al tavolino del celebre caffè, immortalato nel gesto quotidiano che lo rese leggenda: osservare la vita lisboeta mentre nascevano i suoi eteronimi Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Álvaro de Campos.
  • Bairro Alto, tranquillo di giorno ma esplosivo di notte, riconvertito dalla bohème degli anni '80.


Alfama: il cuore autentico di Lisbona



Scendere dal tram nell'Alfama significa entrare in un borgo medievale sospeso nel tempo. Le case si sostengono l'una con l'altra, i vicoli risuonano di fado, e il profumo delle sardinhas arrostite si mescola al bucato steso ai balconi.





Dall'alto, il Castello di San Giorgio racconta secoli di storia: dai Mori all'incoronazione del primo re portoghese Afonso Henriques nel 1139. Ma la vera magia dell'Alfama è perdersi: taverne nascoste dove risuona il fado vadio (il fado spontaneo dei dilettanti), azulejos che parlano di mare, miradouros segreti affacciati sul Tago.

Gli azulejos - dal termine arabo "al zulaicha" (piccola pietra levigata) - sono l'anima artistica di Lisbona. Arrivati con i Mori nell'VIII secolo, questi piccoli capolavori di ceramica smaltata si sono evoluti nei secoli: dai semplici motivi geometrici islamici ai complessi pannelli figurativi del XVIII secolo. 



Ogni palazzo, ogni stazione della metro, ogni semplice casa racconta una storia attraverso queste piastrelle blu cobalto, bianche, gialle o verdi. Non sono solo decorazione, ma memoria collettiva: proteggono le facciate dall'umidità atlantica e trasformano ogni angolo di strada in una galleria d'arte a cielo aperto.Qui nacque Amália Rodrigues, la regina del fado che trasformò questo canto malinconico in patrimonio dell'umanità. Le sue note continuano a echeggiare tra questi vicoli ogni sera.

 

Baixa e Rua Augusta: Lisbona rinata dal terremoto

Il terremoto del 1755 distrusse Lisbona, ma dalle sue macerie nacque la Baixa Pombalina, un esempio pionieristico di urbanistica antisismica voluta dal Marchese di Pombal. Oggi passeggiare lungo la Rua Augusta significa attraversare un manuale vivente di urbanistica settecentesca illuminista


La strada pedonale conduce direttamente alla maestosa Praça do Comércio, dove un tempo sorgeva il palazzo reale prima del terremoto. Questa piazza monumentale, con i suoi portici gialli e l'imponente statua equestre di José I, è sempre stata la porta d'ingresso di Lisbona dal Tago: qui attraccavano le navi cariche di spezie e oro dalle colonie. L'Arco da Rua Augusta, completato solo nel 1873, incornicia perfettamente questa transizione tra il commercio del mare e la vita della città.




Dal cuore della Baixa si erge l'elegante Elevador de Santa Justa, capolavoro di ingegneria del 1902 progettato da Raoul Mesnier du Ponsard, allievo di Gustave Eiffel. Questo ascensore in ferro battuto non è solo un mezzo di trasporto tra la città bassa e l'alto, ma una macchina del tempo che in pochi secondi ti porta da un livello all'altro di Lisbona, regalando dall'alto una vista mozzafiato sui tetti rossi e sul Tago.

Tra i palazzi regolari e i caffè storici spicca la Conserveira de Lisboa, dove le coloratissime scatolette di sardine raccontano il legame eterno con il mare. Qui si trova ancora oggi una delle tradizioni gastronomiche più autentiche: il negozio è rimasto identico dal 1930.

 

Giorno 3 – Escursione a Belém e Cascais


Una giornata fuori dal centro permette di unire due facce diverse di Lisbona: la storia delle scoperte e l'abbraccio dell'oceano.

Belém: la Lisbona delle grandi scoperte



In soli 20 minuti di treno si raggiunge Belém, il quartiere simbolo dell'età delle esplorazioni.

  • Il Mosteiro dos Jerónimos, capolavoro manuelino commissionato dal re Manuel I, custodisce la tomba di Vasco da Gama e del poeta Luís de Camões.
  • La Torre di Belém, patrimonio UNESCO, salutava i navigatori che si spingevano verso l'ignoto. Fu costruita nel 1515 per difendere l'ingresso al porto.
  • Alla Pastelaria de Belém, dal 1837, si gusta la ricetta originale dei pastéis de nata, ancora avvolta nel mistero: uno dei sapori più indimenticabili della città.
Cascais e Cabo da Roca: dove la terra finisce e l'oceano comincia


Dal quartiere di Belém si prende un treno lungo la costa, che in mezz'ora porta a Cascais. E qui succede qualcosa di magico: quando arrivi in stazione e cammini verso il centro, improvvisamente ti trovi davanti all'immensità dell'Atlantico. È un colpo al cuore, un'emozione che toglie il respiro. L'oceano si apre davanti a te infinito, selvaggio, con onde che sembrano arrivare direttamente dall'America. Il vento salato ti schiaffeggia il viso portando con sé storie di balene, di tempeste, di navigatori coraggiosi. È l'emozione pura di chi per la prima volta si trova faccia a faccia con l'immensità del mare aperto.

Spiagge dorate, scogliere scolpite dal vento e un'eleganza che ricorda il suo passato da residenza estiva della famiglia reale portoghese. Cascais fu trasformata in località balneare dal re Luigi I nel 1870, diventando rifugio di artisti e nobili europee.

Poco distante, il Cabo da Roca segna il punto più occidentale d'Europa: là dove la terra finisce e il mare comincia, come scrisse il poeta Camões. Qui l'emozione si fa ancora più intensa: sei letteralmente sulla soglia tra due mondi, con l'Europa alle spalle e davanti solo oceano fino al continente americano. Il faro solitario sembra vegliare su questo confine del mondo conosciuto. È un luogo che riempie di vertigine e libertà.

 

Giorno 4 – La Lisbona sotterranea e i suoi sapori



La sorprendente metropolitana di Lisbona, inaugurata nel 1959, è molto più di un mezzo di trasporto. Le sue oltre 50 stazioni sono decorate con mosaici e opere d'arte contemporanea: le più spettacolari sono Olaias (con le ceramiche di Júlio Pomar) e Oriente, veri musei sotterranei che mostrano il Portogallo moderno. Anche qui gli azulejos trovano nuova vita: nella stazione di Cais do Sodré, i pannelli contemporanei di Maria Keil dialogano con la tradizione secolare, dimostrando come quest'arte sia tutt'altro che fossile del passato ma linguaggio vivo della creatività lusitana.

La cucina accompagna ogni giornata:

  • Bacalhau in tutte le sue varianti (una per ogni giorno dell'anno, dicono i portoghesi).
  • Cataplana di frutti di mare per celebrare l'Atlantico.
  • Caldo verde, zuppa contadina che scalda l'anima, inventata nel Minho.
  • Sardine arrostite durante le feste di Sant'Antonio (12-13 giugno).
  • E, immancabili, i pastéis de nata, da gustare caldi, spolverati di zucchero e cannella.

Il tutto da accompagnare con un bicchiere di vinho verde o con la dolcezza della ginjinha, liquore di ciliegie che si beve nei bicchierini di cioccolato.

 

Giorno 5 – Una guida locale per scoprire Lisbona dall'interno


All'ultimo giorno ci affidiamo a Maria, guida italiana che vive qui da vent'anni. Con lei Lisbona si svela in un modo nuovo: vicoli segreti, leggende popolari, taverne frequentate solo dai lisboeti.

"Lisbona non si visita, si vive", ci dice mentre ci porta verso il Miradouro da Graça, raccontandoci come la città sia rinata dopo la Rivoluzione dei Garofani del 1974. E mentre ci accompagna a un miradouro sconosciuto ai turisti, ci rendiamo conto che ha ragione: è perdendosi che si trova la vera anima della città.

Oggi Lisbona è una delle capitali europee più vivaci: startup innovative convivono con tradizioni secolari, i quartieri si rigenerano mantenendo l'identità, e la famosa "Geração à Rasca" (generazione in difficoltà) degli anni 2010 si è trasformata in creatività e resilienza.

 

L'addio che sa di ritorno

Il tram 28 ci riporta attraverso quartieri ormai familiari, mentre il vento del Tago e il profumo di cannella dei pastéis de nata ci restano addosso come un tatuaggio invisibile.

Lisbona non è una città che si visita: è un sentimento che si vive, non è solo una capitale europea: è saudade pura, un sentimento che ti accompagna anche quando sei già lontano.

E quando l'aereo si alza sappiamo bene che questo non è un addio, ma un até logo. Lisbona chiama sempre al ritorno.


 Ecco anche una mappa della pratica metropolitana




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