🚐 Il nostro viaggio inizia presto, con il profumo di salsedine che ci accompagna mentre ci sistemiamo nell’area camper del porto di Livorno. La notte trascorre tranquilla con la brezza marina che accarezza i vetri del camper e, all’alba, il traghetto ci attende: il mare ci culla per tutta la traversata fino a farci approdare, nel tardo pomeriggio, al Golfo Aranci. L’emozione dell’arrivo in Sardegna è sempre speciale: l’isola ci accoglie con i suoi colori e il profumo della macchia mediterranea.
Porto San Paolo e Tavolara
La prima tappa è Porto San Paolo, dove sostiamo in un’area camper completa di tutti i servizi. A pochi passi da lì raggiungiamo la spiaggia: ed è proprio da qui che si apre davanti a noi lo spettacolo di Tavolara, maestosa e quasi irreale, che si innalza dal mare come un gigante di pietra. Un tempo considerata il “regno più piccolo del mondo”, governato dalla famiglia Bertoleoni, oggi è uno dei simboli più iconici della costa gallurese.
Villasimius
Dopo qualche giorno di relax, ci spostiamo verso sud e raggiungiamo Villasimius. L’area sosta è strategica, a pochi minuti a piedi dal mare. Trascorriamo le giornate tra bagni e passeggiate, mentre la sera il borgo si anima: luci, musica e locali pieni di vita ci accompagnano in piacevoli serate estive. Un tempo villaggio di pescatori, oggi è una delle mete più amate del sud Sardegna.Il mare è qualcosa di incantevole, si nuota circondati dai pesci, attenzione che è una area marina protetta
Cagliari ha una storia antichissima: fenici, romani, pisani e aragonesi hanno lasciato tracce preziose, dalle torri medievali alle chiese gotiche. La notte la trascorriamo nei pressi del Parco di Bonaria, dove sorge il santuario dedicato alla Madonna dei naviganti.
Il giorno dopo è dedicato alla spiaggia di Porto Pino, famosa per le sue dune bianche di sabbia finissima, tra le più alte della Sardegna, che sembrano un piccolo deserto a ridosso del mare.
Arriviamo a Buggerru, dove l’area camper è pratica, dotata di servizi, e si trova proprio di fronte al mare. Il paese, un tempo noto come la “piccola Parigi” per la vivacità dell’epoca mineraria, ci regala un’esperienza unica. A bordo del trenino entriamo nella Galleria Henry, scavata nella roccia per trasportare piombo, zinco e argento verso la costa.
Già dall’ingresso della galleria si apre un panorama spettacolare su Buggerru, incorniciato dal mare e dalle scogliere che scendono a picco. Poi il percorso si addentra nella montagna: i tunnel, umidi e silenziosi, raccontano storie di fatica e sudore. I minatori lavoravano per ore in condizioni durissime, senza sicurezza e con pochissimi diritti.
Non è un caso che proprio qui, nel settembre 1904, scoppiò una delle prime grandi proteste operaie d’Italia. Stremati dai ritmi di lavoro imposti dalla compagnia francese che gestiva le miniere, i minatori si ribellarono chiedendo condizioni più umane. La repressione fu brutale: l’esercito aprì il fuoco sulla folla, causando la morte di tre lavoratori e numerosi feriti. Questo tragico episodio, conosciuto come il “massacro di Buggerru”, scosse l’opinione pubblica e diede origine al primo sciopero generale nazionale della storia italiana.
Durante il tragitto il trenino fa una sosta panoramica: è il momento più magico. Il sole scende piano verso l’orizzonte, tingendo di rosso il mare aperto. Ammirare il tramonto da quel punto è qualcosa di unico, difficile da descrivere: un ricordo che resta impresso come uno dei momenti più suggestivi di tutto il viaggio.
Arriviamo a Castelsardo, dove ci fermiamo in un parcheggio consentito ai camper, a una decina di minuti a piedi dal centro. Il borgo medievale è un intreccio di vicoli, scalinate e botteghe artigiane. Oltre alla vivacità dei locali e delle piazze, la vera sorpresa è la salita al castello, che domina il paese dall’alto. Noi lo raggiungiamo a bordo di un’Ape Calessino: un’esperienza divertente e panoramica.
La storia di Castelsardo affonda le radici nel Medioevo: fu fondato dai Doria, una potente famiglia genovese, e ancora oggi conserva mura e torri che raccontano la sua importanza strategica.
Proseguendo ci fermiamo a Santa Teresa di Gallura, un borgo pittoresco affacciato sulle Bocche di Bonifacio. Da qui la Corsica sembra davvero vicinissima. La cittadina è animata e piacevole da visitare, anche se non troppo amica dei camperisti: i parcheggi sono pochi e non sempre pratici. Una passeggiata nel centro e un affaccio dalla Torre di Longosardo bastano però a farci apprezzare il fascino di questo angolo estremo di Sardegna.
Il viaggio continua ad Arzachena, celebre per i suoi siti archeologici nuragici, ma anche per la sua Roccia del Fungo, un’enorme formazione granitica modellata dal vento, simbolo indiscusso del paese. La salita fin lassù regala una vista panoramica su tutta la Gallura e l’emozione di trovarsi davanti a una scultura naturale unica al mondo. Qui non resistiamo e scattiamo alcune foto ricordo alla Roccia del Fungo, una delle immagini simbolo di questa parte di Sardegna.
Mentre il sole cala, ripensiamo a tutte le tappe di questa avventura: spiagge bianche, città vivaci, antiche miniere, panorami mozzafiato e quella libertà che solo il camper sa regalare. La Sardegna, ancora una volta, ci ha lasciato il cuore pieno di queste settimane appena trascorse
Cagliari e il Poetto
La strada ci porta poi a Cagliari. Non possiamo perderci la lunga distesa della spiaggia del Poetto, amata dai cagliaritani per passeggiate e sport all’aria aperta. Dal mare ci spostiamo verso l’interno della città, passeggiando tra le mura storiche del quartiere Castello. Dalla Terrazza Umberto I lo sguardo abbraccia tutto il Golfo degli Angeli.Cagliari ha una storia antichissima: fenici, romani, pisani e aragonesi hanno lasciato tracce preziose, dalle torri medievali alle chiese gotiche. La notte la trascorriamo nei pressi del Parco di Bonaria, dove sorge il santuario dedicato alla Madonna dei naviganti.
Chia – Su Giudeu
Il giorno seguente è dedicato a Chia – Su Giudeu, con la sua spiaggia selvaggia che sembra uscita da una cartolina. Le sue dune sono abitate da fenicotteri e aironi, mentre la sabbia finissima accompagna un mare trasparente. Non a caso Chia è stata più volte premiata tra le spiagge più belle d’Italia.Porto Pino
Proseguiamo poi verso Porto Pino, dove l’area sosta (Sant’Anna Arresi) è collegata al mare da una navetta. Facciamo il bagno nella celebre “spiaggia dei Francesi”, così chiamata perché negli anni ’60 era frequentata soprattutto da turisti d’oltralpe. La sera, un agriturismo ci vizia con prodotti tipici: formaggi che sanno di erbe selvatiche, salumi, malloreddus e un cannonau indimenticabile.Il giorno dopo è dedicato alla spiaggia di Porto Pino, famosa per le sue dune bianche di sabbia finissima, tra le più alte della Sardegna, che sembrano un piccolo deserto a ridosso del mare.
La strada continua verso nord-ovest, con una breve sosta a Sant’Antioco. L’isola, collegata alla terraferma da un istmo artificiale, custodisce una storia millenaria: qui i Fenici fondarono uno dei primi insediamenti della Sardegna.
Arriviamo a Buggerru, dove l’area camper è pratica, dotata di servizi, e si trova proprio di fronte al mare. Il paese, un tempo noto come la “piccola Parigi” per la vivacità dell’epoca mineraria, ci regala un’esperienza unica. A bordo del trenino entriamo nella Galleria Henry, scavata nella roccia per trasportare piombo, zinco e argento verso la costa.
Già dall’ingresso della galleria si apre un panorama spettacolare su Buggerru, incorniciato dal mare e dalle scogliere che scendono a picco. Poi il percorso si addentra nella montagna: i tunnel, umidi e silenziosi, raccontano storie di fatica e sudore. I minatori lavoravano per ore in condizioni durissime, senza sicurezza e con pochissimi diritti.
Non è un caso che proprio qui, nel settembre 1904, scoppiò una delle prime grandi proteste operaie d’Italia. Stremati dai ritmi di lavoro imposti dalla compagnia francese che gestiva le miniere, i minatori si ribellarono chiedendo condizioni più umane. La repressione fu brutale: l’esercito aprì il fuoco sulla folla, causando la morte di tre lavoratori e numerosi feriti. Questo tragico episodio, conosciuto come il “massacro di Buggerru”, scosse l’opinione pubblica e diede origine al primo sciopero generale nazionale della storia italiana.
Durante il tragitto il trenino fa una sosta panoramica: è il momento più magico. Il sole scende piano verso l’orizzonte, tingendo di rosso il mare aperto. Ammirare il tramonto da quel punto è qualcosa di unico, difficile da descrivere: un ricordo che resta impresso come uno dei momenti più suggestivi di tutto il viaggio.
Mari Ermi e Is Arutas
Ripartiamo verso la costa centro-occidentale, arrivando a Mari Ermi. L’area sosta è direttamente sul mare: dalla finestra del camper vediamo la sabbia mista a granelli di quarzo levigati, che brillano come piccole perle. Da qui è d’obbligo una passeggiata fino a Is Arutas, celebre come “la spiaggia dei chicchi di riso” per la sua sabbia unica composta da minuscoli frammenti di quarzo levigati dalle onde nel corso dei millenni. Camminandoci sopra produce un suono cristallino, quasi musicale. Strade interne e Castelsardo
Da Mari Ermi ci spostiamo verso nord attraversando le strade interne, lontani dalla costa che avevamo già esplorato due anni prima. Tra colline, campi e piccoli borghi rurali, scopriamo un’altra anima della Sardegna: più autentica e silenziosa, dove i profumi cambiano dalla salsedine al rosmarino selvatico, al fieno appena tagliato.Arriviamo a Castelsardo, dove ci fermiamo in un parcheggio consentito ai camper, a una decina di minuti a piedi dal centro. Il borgo medievale è un intreccio di vicoli, scalinate e botteghe artigiane. Oltre alla vivacità dei locali e delle piazze, la vera sorpresa è la salita al castello, che domina il paese dall’alto. Noi lo raggiungiamo a bordo di un’Ape Calessino: un’esperienza divertente e panoramica.
La storia di Castelsardo affonda le radici nel Medioevo: fu fondato dai Doria, una potente famiglia genovese, e ancora oggi conserva mura e torri che raccontano la sua importanza strategica.
Vignola Mare, Santa Teresa Arzachena
e La tappa successiva è Vignola Mare, in un’area camper a due passi dal mare. Il borgo è piccolo ma accogliente, con i suoi negozietti essenziali e una passeggiata tranquilla. Non manca una camminata fino ai resti della Torre di Vignola, costruita nel XVI secolo dagli Spagnoli per difendere la costa dalle incursioni dei pirati. Da qui, nelle giornate terse, lo sguardo spazia oltre il mare fino a scorgere la Corsica, che si staglia netta all’orizzonte.Proseguendo ci fermiamo a Santa Teresa di Gallura, un borgo pittoresco affacciato sulle Bocche di Bonifacio. Da qui la Corsica sembra davvero vicinissima. La cittadina è animata e piacevole da visitare, anche se non troppo amica dei camperisti: i parcheggi sono pochi e non sempre pratici. Una passeggiata nel centro e un affaccio dalla Torre di Longosardo bastano però a farci apprezzare il fascino di questo angolo estremo di Sardegna.
Il viaggio continua ad Arzachena, celebre per i suoi siti archeologici nuragici, ma anche per la sua Roccia del Fungo, un’enorme formazione granitica modellata dal vento, simbolo indiscusso del paese. La salita fin lassù regala una vista panoramica su tutta la Gallura e l’emozione di trovarsi davanti a una scultura naturale unica al mondo. Qui non resistiamo e scattiamo alcune foto ricordo alla Roccia del Fungo, una delle immagini simbolo di questa parte di Sardegna.
Ritorno a Golfo Aranci
Infine raggiungiamo nuovamente il Golfo Aranci, pronti ad attendere il traghetto che ci riporterà sul continente. Di passaggio, ci accorgiamo che il paese è molto vivo, con il suo lungomare e le sue piazzette animate: un luogo che ci ripromettiamo di scoprire meglio in un prossimo viaggio.Mentre il sole cala, ripensiamo a tutte le tappe di questa avventura: spiagge bianche, città vivaci, antiche miniere, panorami mozzafiato e quella libertà che solo il camper sa regalare. La Sardegna, ancora una volta, ci ha lasciato il cuore pieno di queste settimane appena trascorse
La traversata di ritorno segna la fine del viaggio, ma non della magia: la Sardegna non è un luogo che si visita soltanto, è un’esperienza che ti entra dentro, ti sorprende e ti accompagna a lungo, anche quando sei lontano. Ogni strada percorsa in camper, ogni tramonto visto dal finestrino, ogni incontro con la storia e la natura selvaggia di quest’isola resta inciso come un ricordo vivo e prezioso.
È questo il bello del viaggiare on the road: la libertà di fermarsi dove il cuore lo chiede, di scoprire angoli nascosti e di sentirsi, per un attimo, parte di un paesaggio senza tempo.
E mentre il traghetto ci allontana piano dall’isola, sappiamo già che torneremo: perché la Sardegna non si lascia davvero, ti chiama sempre a sé, come un vento caldo che invita a nuove avventure.
È questo il bello del viaggiare on the road: la libertà di fermarsi dove il cuore lo chiede, di scoprire angoli nascosti e di sentirsi, per un attimo, parte di un paesaggio senza tempo.
E mentre il traghetto ci allontana piano dall’isola, sappiamo già che torneremo: perché la Sardegna non si lascia davvero, ti chiama sempre a sé, come un vento caldo che invita a nuove avventure.
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