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"DA TORINO AL MONT VENTOUX: TRA LAGHI, GOLE E STORIA”






🚐 Il mio viaggio in camper è partito da Torino, con un obiettivo preciso: arrivare fino al Mont Ventoux per partecipare alla celebre granfondo ciclistica. Non è stata soltanto una sfida sportiva, ma anche un percorso fatto di natura, storia e suggestioni uniche.


1) Savines-le-Lac



La prima sosta è stata a Savines-le-Lac, affacciato sullo spettacolare Lago di Serre-Ponçon. Ho parcheggiato nell’area camper, proprio con vista sulle acque color turchese incastonate tra le montagne.

Savines-le-Lac ha una storia particolare: il vecchio borgo fu sommerso negli anni ’60 con la costruzione della diga e l’attuale villaggio è frutto di una ricostruzione moderna. Un luogo che oggi vibra di vita, sport acquatici, vela e passeggiate panoramiche, ideale per una sosta tra le Alpi francesi.

Mi fermo spesso qui quando sono di passaggio da questo lago. Mi incantano i colori e poi, chissà perché, il ponte che lo attraversa mi incanta sempre come se fosse la prima volta che lo vedo.


2) Le gole della Méouge: una strada da sogno



La tappa successiva mi ha condotto alle Gorges de la Méouge, dove ho sostato presso il Camping des Gorges de la Méouge.

Questo tratto è stato uno dei momenti più emozionanti del viaggio: la strada serpeggia tra le gole con curve dolci che svelano scorci sempre diversi. Ai lati, le pareti rocciose scolpite dal fiume Méouge e, più in basso, il corso d’acqua che alterna pozze cristalline, spiaggette di ciottoli e piccole cascate.

Il paesaggio ha qualcosa di magico: la natura qui è selvaggia ma accogliente, il fiume invita a fermarsi per una nuotata o per un picnic all’ombra dei salici. E non manca il tocco storico: un suggestivo ponte medievale a tre arcate attraversa il fiume, quasi a ricordare che questo passaggio naturale è stato via di collegamento da secoli.

Viaggiare in camper lungo questa strada significa godersi un tratto unico, dove il percorso stesso diventa parte integrante della vacanza.



3) Vaison-la-Romaine: un tuffo nella storia



Prima del Ventoux ho fatto tappa a Vaison-la-Romaine, che è stata anche la mia base per la granfondo. Per l’occasione, infatti, il comune mette a disposizione parcheggi straordinari accessibili ai camper, una comodità che ho molto apprezzato.

Questa città è un piccolo gioiello della Provenza: da un lato le rovine romane con il teatro, le ville ornate da mosaici e il ponte romano ancora in uso; dall’altro il borgo medievale che si arrampica sul colle, con vicoli acciottolati, case in pietra e un castello che domina la valle.

Ma Vaison non è solo storia: la sua anima provenzale si respira tra mercati colorati, piazzette animate e locali dove il tempo sembra scorrere più lento.



4) Il Mont Ventoux: il gigante che sfida i ciclisti



Ed eccolo, il protagonista del viaggio: il Mont Ventoux, il “Gigante della Provenza” (1.909 m).

Fin dall’antichità questa montagna ha esercitato un fascino particolare: i Romani la chiamavano “Venturius”, e già nel Trecento il poeta Francesco Petrarca la scalò per contemplare il panorama. Oggi il Ventoux è riserva della biosfera UNESCO, e nelle giornate limpide dalla vetta si possono vedere le Alpi e addirittura il Mediterraneo.

Per un ciclista è una vetta mitica: resa immortale dal Tour de France, teatro di imprese leggendarie e anche di tragedie, come la morte di Tom Simpson nel 1967. Le sue tre salite — da Bédoin, Malaucène e Sault — sono considerate tra le più dure e affascinanti del mondo.

Io ho partecipato alla Granfondo del Mont Ventoux, scegliendo il percorso da 100 km con circa 2.600 metri di dislivello. Con il ritorno a Vaison-la-Romaine, il giro è arrivato a circa 130 km totali: una sfida intensa, che mette alla prova corpo e mente, ma regala emozioni uniche.

L’atmosfera a Vaison era incredibile: oltre 3.000 appassionati ciclisti provenienti da tutta Europa hanno affollato la città, trasformandola in un grande villaggio sportivo. L’area di partenza era animata da stand, espositori, musica e servizi: un vero festival del ciclismo, dove l’adrenalina e la passione erano palpabili.

Affrontare il Ventoux in bicicletta è stata un’esperienza che va oltre lo sport. Dopo i boschi iniziali, la salita lascia improvvisamente spazio a un ambiente quasi lunare: un paesaggio spoglio, fatto di rocce bianche e silenzio, che amplifica ogni pedalata e ogni respiro.

In quel tratto finale mi sono sentito piccolo davanti alla grandezza della montagna, ma anche parte di una storia collettiva che unisce migliaia di ciclisti. Tagliare il traguardo, circondato da altri appassionati, è stato il coronamento perfetto di un viaggio che resterà sempre nel cuore. Dal lago alpino di Savines-le-Lac, passando per le gole incantate della Méouge e le rovine romane di Vaison, fino all’ascesa al Gigante della Provenza, questo itinerario in camper mi ha regalato emozioni difficili da descrivere.

 

Dal lago alpino di Savines-le-Lac, passando per le gole incantate della Méouge e le rovine romane di Vaison, fino all’ascesa al Gigante della Provenza, questo itinerario in camper mi ha regalato emozioni difficili da descrivere.

Il Ventoux non è solo una montagna da scalare: è un simbolo, un sogno, una sfida. E quando arrivi in cima e guardi quell’orizzonte infinito, capisci che non sei più lo stesso di quando sei partito.

È questo il bello del viaggio: non conta solo la meta, ma ciò che diventi lungo la strada.


👇 Ecco l’itinerario






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