🏍️ Dal rombo al silenzio delle gole: 830 km di libertà tra Italia e Francia.
Un viaggio ad anello tra monti, laghi, gole e dolcezza.
Dove ogni curva è un’emozione e ogni sosta un ricordo.
Da Torino al Monginevro: la chiamata della montagna
Ci sono mattine in cui non serve un motivo per partire.
Basta la voglia di libertà, il profumo dell’asfalto e il battito del motore che si accende come un cuore.
Lasciata Torino, si punta verso le Alpi. Le curve del Monginevro si aprono tra boschi di larici e rocce scolpite dal vento. Ogni tornante è un respiro profondo; ogni sguardo, un ricordo in arrivo.
Superato il passo, la Francia accoglie con una luce più morbida. L’aria cambia, il cielo si allarga, e il viaggio prende il ritmo dell’avventura.
Il Lago di Serre-Ponçon e le Gole del Méouge
Il Lago di Serre-Ponçon appare come un miraggio: un’enorme distesa turchese incastonata tra montagne verdi. La diga, costruita nel 1961, è una meraviglia d’ingegneria — il punto perfetto d’incontro tra uomo e natura.
Pochi chilometri più avanti, la moto scivola tra le Gole del Méouge, uno dei tratti più suggestivi del sud della Francia.
Quattro chilometri di roccia calcarea a picco, acqua limpida e silenzio antico. Per secoli, queste gole furono un passaggio segreto tra le valli provenzali. Oggi sono un paradiso per motociclisti e sognatori.
Montélimar: dolcezza e motori nel cielo
Qui il viaggio si fa più dolce — ma non per questo meno emozionante.
Tappa imperdibile: il Musée Européen de l’Aviation de Chasse. Anche chi non è appassionato di volo ne resterà affascinato.
Tra i suoi hangar brillano oltre 70 aerei restaurati: dai leggendari Mirage III e Super Mystère, ai caccia americani F-86 Sabre e F-104 Starfighter, fino a un MiG-21 sovietico.
Il personale — ex piloti, meccanici, volontari — accoglie con entusiasmo contagioso.
👉 Attenzione: per visitarlo come si deve, servono almeno tre ore. Non è un museo da “vedere e via”. È un luogo da vivere.
Nel pomeriggio, la città invita alla calma: strade acciottolate, il Castello dei Marchesi di Adhémar, botteghe profumate di miele e mandorle.
Cena lungo il Rodano: sapori e riflessi di Provenza
La moto riposa nel parcheggio custodito dell’Ibis Styles, moderno e a due passi dal centro. Dopo una doccia rigenerante, arriva il momento della cena lungo il fiume.
Un locale tipico, immerso nella luce dorata del tramonto. Tavoli in legno, vino della valle, piatti semplici e autentici: formaggi locali, terrine, tapenade d’oliva e un calice di Côtes-du-Rhône che racconta il territorio meglio di mille parole.
Il fiume scorre lento. Le luci si riflettono sull’acqua. E la conversazione si perde tra risate e ricordi di strada.
Un risveglio dolce con “Suprem Nougat”
La mattina ha il profumo del miele.
Prima di rimettersi in sella, c’è una tappa obbligata: 📍il negozio “Suprem Nougat”, proprio alle spalle dell’hotel.
Un laboratorio artigianale dove il torrone si prepara ancora con le ricette di una volta: morbido, profumato, appena tagliato.
Si riparte con il cuore pieno — e lo zaino che profuma di mandorle.
Crest, Plan-de-Baix e la Combe Laval: la strada dei sogni
Attraversando Crest, la torre medievale più alta di Francia domina il paesaggio. Un momento perfetto per alzare lo sguardo e respirare la storia che si intreccia alle curve della strada.
Poco dopo, superato il borgo di Plan-de-Baix, il tempo sembra fermarsi.
Una carrozza trainata da un mulo appare lungo la strada: una coppia sorridente saluta con entusiasmo, mentre il cavallo batte passo cadenzato sull’asfalto.
Il contrasto con la velocità della moto è quasi comico — ma al tempo stesso magico. Un istante di pura Provenza, sospeso tra tradizione e modernità.
Subito dopo, la strada si arrampica verso la leggendaria Combe Laval.
Costruita nel 1896 per il trasporto del legno, oggi è una delle strade più iconiche d’Europa: sospesa tra cielo e roccia, scolpita nel cuore del Vercors.
Curve a strapiombo, gallerie scavate a mano, abissi che si aprono sotto le ruote — e una vista che toglie il fiato.
Si percorre una volta… poi si torna indietro, solo per rifarla.
Pont-en-Royans e la salita verso il Lautaret
Dopo la Combe Laval, il viaggio prosegue verso Pont-en-Royans, un borgo da fiaba con le sue famose case sospese sul fiume Bourne. Un luogo perfetto per una sosta fotografica: i colori vividi delle abitazioni e il riflesso dell’acqua creano un quadro unico.
Da qui, la strada comincia a volgere verso le alte valli.
Si aggira Grenoble, si costeggiano i primi contrafforti alpini, e la Route Napoléon guida verso nord-est.
Il paesaggio si fa più aspro, più verticale. I boschi lasciano spazio a praterie d’alta quota, a ruscelli gelidi, al silenzio delle cime.
Poi, all’improvviso, la strada si solleva: siamo al Colle di Lautaret.
A oltre 2.000 metri, il passo si apre come un balcone sulle Alpi. Da un lato, il Vercors e le sue foreste; dall’altro, la valle della Guisane che scende verso Briançon.
Il vento è freddo, l’aria pura. È il cuore del viaggio — il punto di svolta tra Provenza e Alpi.
Briançon: l’ultima fortezza prima del ritorno
Dalla cima del Lautaret, la discesa verso Briançon è un susseguirsi di tornanti che abbracciano il fiume Guisane.
La città appare all’improvviso, arroccata su uno sperone di roccia, circondata da mura che sembrano uscite da un romanzo di Dumas.
Briançon, patrimonio UNESCO, è l’ultima tappa prima del confine.
Dal centro di Briançon, pochi chilometri portano nuovamente al Colle del Monginevro.
Le Alpi si riaprono, l’Italia accoglie. Torino ritorna all’orizzonte — familiare, ma diversa.
Il viaggio si chiude ad anello, come un cerchio perfetto che unisce ogni emozione vissuta lungo la strada.
Dopo 830 chilometri e due giorni intensi, restano:
il rombo nel cuore,
la mente piena di immagini,
e quella sensazione unica di completezza che solo la moto sa regalare.
Hai attraversato gole e valli, storie e profumi.
Hai sentito il vento… e il silenzio.
Hai viaggiato non per arrivare, ma per sentire.
Se anche tu farai questo viaggio scrivimelo e raccontami le tue emozioni
👉 Scopri l’itinerario completo e vivi la tua avventura!
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