🚐Partire per le Dolomiti significa prepararsi a un viaggio che non è fatto solo di chilometri, ma di panorami che si imprimono nel cuore, di profumi di malga, di paesi che sembrano usciti da una fiaba e di storie antiche che risuonano tra le rocce. Il nostro camper è pronto, e noi con lui: inizia così il nostro giro ad anello tra le montagne più affascinanti d’Europa — un percorso personale, lontano dalle autostrade, vicino all’anima delle Alpi.
Cortina d’Ampezzo: eleganza e memoria di guerra
La prima tappa è Cortina, la “Regina delle Dolomiti”, dove lusso alpino e tradizione si incontrano. Passeggiare lungo Corso Italia, tra vetrine raffinate e botteghe di artigiani, è già un piacere. Ma basta allontanarsi di poco per scoprire un’anima più autentica: salendo verso le Cinque Torri, ci immergiamo in un museo all’aperto della Prima Guerra Mondiale. Trincee, gallerie e baracche restaurate raccontano gli anni terribili del fronte alpino, quando soldati combatterono a tremila metri d’altitudine tra ghiaccio e pietra.
La sera ci fermiamo nel Parcheggio Rio Gere (circa 7km), ma ci concediamo per una cena che sa di storia: i casunziei all’ampezzana, ravioli rossi di barbabietola conditi con burro fuso e semi di papavero. Un piatto semplice, ma che racconta secoli di vita in quota.
Passo Giau: dove la montagna si accende di rosa
Il mattino seguente affrontiamo la salita verso il Passo Giau (2.236 m). La strada è stretta, con tornanti frequenti e pendenze impegnative, ma percorribile anche con camper lunghi, purché si guidi con calma. Ogni curva apre un sipario nuovo: la Marmolada, il Civetta, le Tofane si stagliano contro il cielo come giganti addormentati.
In cima, il panorama a 360° ci lascia senza parole. Non resistiamo e ci incamminiamo verso il Monte Nuvolau, una breve camminata tra prati d’alta quota e rocce chiare che regala una delle viste più intense del viaggio. In un rifugio ci scaldiamo con una polenta fumante, formaggio fuso e un bicchiere di rosso trentino: semplicità e perfezione.
E al tramonto, ecco il miracolo: le cime si tingono di rosa. È l’enrosadira, il fenomeno che da secoli ispira leggende. Si racconta che Re Laurino, sovrano dei nani, maledisse il suo giardino di rose affinché nessuno potesse ammirarlo né di giorno né di notte… dimenticandosi però del crepuscolo. Così, ogni sera, le Dolomiti si accendono di luce magica.
Canazei e la Val di Fassa: dove si parla ladino
Scendendo dal Giau, la strada rimane tortuosa, specialmente attraversando i paesini della Val Fiorentina e Arabba: il camper passa senza problemi, ma è bene guidare con prudenza. Arrivati in Val di Fassa, il paesaggio si apre e Canazei ci accoglie con i suoi vicoli animati e le case decorate da balconi fioriti.
Qui il tempo scorre lento, tra una passeggiata lungo il torrente Avisio e una sosta in una pasticceria che sforna strudel profumati. La sera, nel camper parcheggiato nell’area attrezzata camping Vidor fuori dal centro, assaggiamo canederli in brodo e spätzle agli spinaci. A tavola si capisce subito: queste valli sono un crocevia di culture — italiana, tirolese e ladina.
E sì, il ladino non è un ricordo: è una lingua viva, parlata in famiglia, insegnata a scuola, visibile sui cartelli stradali. Una minoranza linguistica che resiste con orgoglio da secoli.
Passo Pordoi: la terrazza delle Dolomiti
In cima, la funivia per il Sass Pordoi ci porta alla “terrazza delle Dolomiti”. Da 2.950 metri, lo sguardo abbraccia la Marmolada, il Sella, la Val di Fassa. Scendendo a piedi verso la cappella commemorativa, ci troviamo in un luogo di silenzio e memoria: qui, durante la Prima Guerra Mondiale, si combatté una delle battaglie più dure del fronte alpino, tra Alpini italiani e Kaiserjäger austriaci. Non c’è un sacrario, ma la roccia stessa sembra custodire le loro storie.
Val Gardena e Ortisei: l’arte del legno e l’Alpe di Siusi
La discesa verso la Val Gardena è più scorrevole, anche se non mancano curve e tratti panoramici. A Ortisei, ci perdiamo tra botteghe che espongono presepi e crocifissi intagliati a mano — un’arte che qui si tramanda dal Settecento. Le case dipinte, le chiese barocche e l’aria di devozione raccontano una valle profondamente legata alla fede.
Saliamo in cabinovia fino all’Alpe di Siusi, il più grande altopiano alpino d’Europa. Passeggiare tra malghe, fiori e mucche al pascolo è come entrare in un dipinto: silenzio, luce, pace. In una malga assaggiamo speck tagliato spesso, pane di segale e latte appena munto.
La leggenda dice che qui un tempo vivevano streghe che scatenavano tempeste contro i contadini. Oggi, il silenzio che regna sull’altopiano sembra proprio la risposta a quelle antiche paure.
Tre Cime di Lavaredo: il cuore delle Dolomiti
Ultima tappa, imperdibile: le Tre Cime di Lavaredo. La strada a pedaggio per il Rifugio Auronzo è ben asfaltata, aperta ai camper, e in quota c’è un ampio parcheggio dedicato.
Il giro ad anello attorno alle Tre Cime è un’esperienza unica: sentieri tra ghiaioni e prati d’alta quota, con le tre guglie che dominano ogni angolo di visuale. Al tramonto, torna l’enrosadira: le rocce si accendono di rosa e arancio, e per un attimo tutto sembra fermo nel tempo. Questo spettacolo, da solo, vale il viaggio.
Il ritorno a Cortina
Chiudiamo l’anello tornando a Cortina, dove tutto è iniziato. Guardando il camper parcheggiato e le montagne che ci circondano, capiamo che in pochi giorni abbiamo viaggiato non solo nello spazio, ma anche nella storia, nelle leggende e nelle tradizioni. Abbiamo camminato tra trincee e pascoli, gustato piatti antichi, ascoltato lingue che resistono e storie che sembrano fiabe.
Le Dolomiti non sono solo montagne. Sono memoria, bellezza, resistenza. E ogni curva, ogni passo, ogni tramonto resta inciso nel cuore, come il ricordo di un sogno che continua a vivere.
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